La risonanza magnetica (RM) è una tecnica diagnostica che fornisce immagini dettagliate del corpo umano utilizzando campi magnetici e onde radio, senza esporre il paziente a nessun tipo di radiazioni ionizzanti. Viene utilizzata per la diagnosi di una grande varietà di condizioni patologiche perché permette di visualizzare sia lo scheletro e le articolazioni, sia gli organi interni. In oncologia viene utilizzata per la diagnosi, la stadiazione e la valutazione della risposta al trattamento di diversi tipi di tumore. Per eseguire l’esame al paziente viene chiesto solo di distendersi su un lettino che viene fatto scorrere dentro la macchina, e di restare fermo e rilassato per tutta la durata dell’esame.
Durante la gravidanza l’esame è controindicato o va effettuato con particolare cautela e solo in casi di assoluta necessità, soprattutto nelle prime 12 settimane. Pertanto, anche chi non può escludere del tutto di avere un’iniziale gestazione in corso dovrebberimandare l’indagine. Non possono poi sottoporsi a risonanza magnetica i portatori di pacemaker cardiaco o di neurostimolatori perché il campo magnetico o le onde prodotte dall’apparecchiatura potrebbero alterarne il funzionamento. L’esame è controindicato anche per chi, in seguito a importanti interventi chirurgici, ha nel corpo strutture metalliche di vario tipo, specialmente se in prossimità di organi vitali, per evitare che il campo magnetico prodotto dalla macchina possa provocare uno spostamento in altra sede Tipicamente si tratta di protesi, chiodi e viti applicate in ortopedia, ma esistono anche altri dispositivi, in uso in altri rami della chirurgia, (per esempio in interventi di angioplastica su arterie e vene) realizzati con materiali che potrebbero rendere rischioso l’esame.
Le protesi del cristallino impiantate per la cataratta o le valvole cardiache metalliche costituiscono un motivo di controindicazione all’esecuzione della risonanza magnetica. Recentemente sono stati messi a punto e introdotti nella pratica chirurgica nuovi materiali, molti dei quali a base di titanio, che non interferiscono con l’indagine, ma in ogni caso, è bene segnalare ogni tipo di operazione subita in passato. In caso di necessità il medico potrà contattare la struttura dove è stato eseguito l’intervento per accertarsi della compatibilità del materiale utilizzato oppure sottoporre il paziente a una radiografia preliminare per escludere la presenza di materiale metallico. Sempre per il rischio di avere nel corpo piccole schegge metalliche, anche senza esserne consapevoli è opportuno che chiunque abbia lavorato come tornitore, saldatore, carrozziere, addetto alla lavorazione di vernici metallizzate oppure abbia subito incidenti di caccia o sia stato vittima di un’esplosione informasse gli operatori.
La durata di una risonanza magnetica dipende dall’estensione della parte del corpo da esaminare ma può essere anche di 40-45 minuti.