Cybercondria: quando Dr. Google si sostituisce al nostro medico curante

Quando abbiamo un dubbio, una domanda, un interrogativo che continua a frullare nella nostra mente a chi chiediamo la risposta? Ormai è scontato: Google è diventato l’oracolo a cui chiedere qualsiasi cosa, da quale prodotto per la pulizia della casa utilizzare, a quale taglio di capelli andrà di moda quest’estate fino a chiedere vere e proprie diagnosi basate sui sintomi avvertiti.

Ma il Dottor Google ha sempre ragione? Può essere affidabile? Quasi mai secondo i risultati di uno studio condotto dalla Queensland University of Technology in collaborazione con l’Università di Vienna. Dopo aver “interrogato” Google riguardo ad alcuni sintomi specifici solo 3 dei primi 10 risultati erano scientificamente attendibile. Quindi è probabile sottovalutare o sovrastimare i nostri sintomi con conseguenze potenzialmente dannose.

C’è chi, addirittura, cade in un vero e proprio circolo vizioso, un’ossessione che porta a cercare qualsiasi minimo disturbo su Google e pensare di avere una malattia incurabile. Si chiama Cybercondria ed è un fenomeno in continuo aumento.

Il nostro consiglio? Un medico, per diagnosticare una patologia, necessita di una visita accurata del paziente e, se necessario, di esami strumentali e clinici per la conferma della diagnosi. Pensi che tutto ciò si possa fare davanti a un computer digitando segni e sintomi su una barra di ricerca?

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