Correre d’inverno? Si può!
La corsa è uno sport che può essere praticato anche in condizioni climatiche difficili o estreme. Si corre nel deserto con temperature elevate, si corre fra i ghiacci del polo nord o del polo sud. Questo è uno dei motivi che rendono la corsa uno sport affascinate ed attraente. Visto che siamo in inverno, focalizziamoci sulla corsa nei mesi freddi. Iniziamo con l’analizzare le risposte fisiologiche dell’organismo al freddo, trascurando, per il momento, l’attività fisica specifica. Il primo fenomeno che avviene è, senza dubbio, la vasocostrizione periferica. La bassa temperatura esterna fa arrivare meno sangue verso la superficie cutanea per trattenerlo all’interno dell’organismo. Sia ha poi una produzione di catecolamine surrenaliche circolanti e, di conseguenza, un aumento dell’attività metabolica dei muscoli scheletrici. Possono essere avvertiti i brividi: contrazioni muscolari sincrone ed involontarie, che hanno lo scopo di aumentare il calore corporeo. In un ambiente freddo, inoltre, può comparire il fenomeno della “pelle d’oca” o “orripilazione” che consiste nell’erezione della cute e dei peli, per limitare la superficie di scambio calorico tra corpo ed esterno.
Quando si corre in condizioni di freddo anche non estremo, talvolta, si ha l’impressione che “i polmoni si congelino”. I fisiologi Fox, Bowers e Boss riportano studi di Moritz e Weiser, che dimostrano come il pericolo di congelamento dei polmoni sia in pratica impossibile. L’aria viene infatti “condizionata” durante il suo tragitto verso i polmoni, nelle vie aeree superiori. L’aria fredda che entra nell’organismo attraverso la respirazione, è riscaldata fino a raggiungere valori solo del 2-3% inferiori rispetto a alla temperatura corporea. Tale riscaldamento avviene appena l’aria inspirata ha raggiunto la profondità di 9 cm dentro la cavità nasale, non solo, ma l’aria riceve dalle vie respiratorie anche vapore acqueo. Quando si espira, parte del calore e dell’umidità è rilasciata alla mucosa che ricopre le vie respiratorie. Questo è il motivo per cui durante allenamenti o gare prolungate eseguite in ambiente freddo si può andare incontro ad irritazione della gola. Inoltre con il passare degli anni la tolleranza al freddo diminuisce, quindi meglio tenere presente questo non trascurabile particolare.
Uno dei maggiori pericoli può essere costituito da tenersi addosso indumenti bagnati di sudore. La testa dovrà essere coperta da un cappellino di lana da togliersi qualora non se n’avverta più il bisogno.
Le orecchie: capitano anche in Italia quelle giornate rigide in cui sembra che le orecchie si spezzino; il cappello deve quindi coprire anche le orecchie, oppure si può indossare un cappellino ed un para-orecchie. Il tronco dovrà essere coperto con una maglia a maniche corte, termica, ed una felpa o maglia a maniche lunghe piuttosto pesante, sempre termica.Se fa veramente molto freddo e spira molto vento, sopra potrà essere indossata una giacca sempre in materiale con le caratteristiche sopradescritte.Con il passare dei chilometri, se non tira vento, la giacca potrà essere tolta e legata in vita.
Le gambe saranno coperte da una calzamaglia lunga, sempre in materiale termico. I piedi saranno invece coperti con un bel paio di calzini piuttosto spessi. Sono da preferire i calzini lunghi in modo da tenere coperti i polpacci. Prima di mettersi i calzini si consiglia di preparare il piede con dei balsami che garantiscano una buona circolazione del sangue. Le mani dovranno essere coperte con guanti leggeri da togliere in caso di caldo eccessivo. Situazione che difficilmente avverrà se correrete ai poli Nord o Sud. Chi corre più veloce potrà coprirsi meno, specialmente in gara. Durante quest’ultima, una maglia termica a mezze maniche con sopra una a maniche lunghe ed un paio di bermuda saranno più che sufficienti. I calzini dovranno allora necessariamente coprire il polpaccio. La canottiera sociale sarà l’ultimo indumento da indossare ed avrà scopo più decorativo che protettivo. Chi invece corre ad andatura più lenta, anche in gara, dovrà stare coperto come indicato in precedenza. Chi ha sofferenze intestinali o problemi digestivi, potrà indossare sopra la calzamaglia un paio di pantaloncini o addirittura, in caso “estremo” una cintura del tipo “Gibaud”. Il freddo è consigliabile non affrontarlo subito correndo, è molto utile riscaldarsi prima in ambiente temperato. È preferibile eseguire esercizi di mobilizzazione generale, un po’ di corsetta sul posto ed anche qualche esercizio di stretching prima di affrontare la corsa in ambiente freddo. Alla fine della corsa è saggio andare subito al caldo.
Pensando a quanti si allenano di notte e poi si fermano a fare stretching prima di salire in macchina, a costoro va detto di non restare a prendere del freddo inutilmente, ma di andare, prima possibile, in un luogo asciutto, cambiarsi e dopo fare stretching. Quando è freddo è sconsigliabile eseguire allenamenti con accelerazioni e rallentamenti . Il Fartlek o le prove ripetute, per intenderci, sono da evitare proprio perché durante la corsa ad andatura più lenta il sudore può ristagnare a contatto con il corpo, creando condizioni ideali affinché avvengano malattie da raffreddamento. È preferibile rinviare l’esecuzione di questo tipo di allenamenti a quando la temperatura sarà meno rigida. Se correte in gruppo, alternatevi in testa, chi è dietro prende meno ventate! Durante i mesi ” freddi “, per allenarsi, è preferibile scegliere le ore più calde della giornata , quelle a cavallo dell’ora di pranzo. Se il tempo è veramente inclemente, è meglio lasciar perdere, non allenatevi! Un giorno o due di mancato allenamento non influenzeranno negativamente l’esito delle prestazioni future.
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