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Episodio 37: “Un mondo perfetto… ma infelice”

Sara: “Allora, Elisa, come va?”

Elisa: “Insomma, non è un periodo facile. Io e Leonardo stiamo affrontando parecchie difficoltà… Non ci capiamo più come prima, sento che siamo distanti. Non so… forse non è la persona giusta. Ma è tutto complicato…”

Sara: “Mi dispiace molto! Non me lo aspettavo proprio… Vedo sempre le vostre storie felici e sorridenti, in giro, a visitare posti meravigliosi o a mangiare in ristoranti così romantici..”

Elisa: “Ma sì, sai com’è… Sui social…”

I social network hanno ormai un ruolo cruciale nella nostra vita: ci consentono di comunicare, ridurre le distanze, condividere la quotidianità con i nostri amici e non solo… Hanno assunto così tanto peso che realtà virtuale e reale si intrecciano, si confondono, a volte non corrispondono. Nel mondo dei social possiamo avere un grande – e forse pericoloso – potere: mostrare chi vorremmo essere. Foto, video, frasi, canzoni che ci fanno apparire felici, ma la domanda sorge spontanea: lo siamo davvero? Non solo fotografiamo ogni istante, ma spesso ci sentiamo in dovere di condividerlo nello stesso momento in cui scattiamo.

Ma cosa ci spinge a farlo continuamente? Forse una ricerca di approvazione?

Siamo esseri umani, fin da piccoli desideriamo essere amati e accettati da chi ci sta accanto. Se sentiamo che ciò non accade, si crea un vuoto dentro di noi, che cerchiamo di riempire successivamente ricercando continuamente l’approvazione da parte degli altri. Così, ci trucchiamo e ci vestiamo apposta per un selfie, pubblicandolo per richiamare l’attenzione di qualcuno. Andiamo in un ristorante solo per fare foto ai piatti. Usciamo con le amiche e scattiamo subito una foto, per far sapere che non siamo sole il sabato sera. Ci lasciamo con il partner e pubblichiamo continuamente foto o video di serate spensierate e divertenti, per far vedere che non stiamo soffrendo. Dobbiamo per forza apparire e farci notare?

Costruiamo le nostre vite attorno all’idea di felicità e perfezione, confondendo la quantità di like e cuori con il nostro valore. Ma questa popolarità finta, fragile e a breve termine ci lascia un senso di vuoto ancora più grande, soddisfatto solo nella realtà virtuale, perché nel frattempo rimaniamo soli. Ed è un grande paradosso. Sui social si viene a creare una finta intimità per cui sembra di conoscersi, ma di fatto le persone non si conoscono realmente.

Ciò che vediamo non è altro che un ritaglio, spesso alterato, di una realtà molto più ampia e complessa. Condividere non è sinonimo di felicità. La vita reale è imperfetta e va bene così!

Tendiamo a nascondere tristezza, rabbia, solitudine, malinconia … Abbiamo paura di mostrare l’altro lato della medaglia, quello che ci rende più umani, ma potremmo sorprenderci scoprendo che possiamo ricevere un like anche se non usiamo il filtro della perfezione, con il coraggio di essere semplicemente noi stessi. Forse, mostrandoci così come siamo, qualcuno si allontanerà da noi, ma qualcun altro si avvicinerà in modo più intenso e sarà proprio da queste relazioni che nascerà un legame vero, autenticoe profondo.

Per approfondimenti

  • Angelo Romeo (2017). “Posto, taggo, dunque sono?”

“DIREZIONE PSICOLOGIA: Una bussola per il quotidiano”

Vi è mai capitato di avere difficoltà a concentrarvi e a dormire poco e male, senza sapere il perché? Di rinunciare a qualcosa per paura di fallire? Di non sapere come comportarvi davanti ad un evento improvviso? A partire da episodi di vita quotidiana, in brevi articoli rifletteremo insieme, sempre accompagnati da riferimenti scientifici, su come funzioniamo, cosa proviamo e perchè.

Potete leggere i nostri articoli sul sito del Poliambulatorio Oberdan /Attività/ Direzione psicologia  https://www.poliambulatorioberdan.it/direzione-psicologia-bussola-quotidiano o sulla pagina Facebook Poliambulatorio Oberdan

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