MUSICA LIVE: EMOZIONARSI, RICONOSCERSI, CONDIVIDERE

È venerdì pomeriggio quando finisco di lavorare, salgo in macchina e alla radio stanno parlando di un evento che ci sarà domani… domani? che giorno è domani? Mentre la stanchezza mi sta ancora offuscando la mente sento:“Torneranno in Italia i Blur”. All’improvviso sento il mio viso illuminarsi, domani è il giorno del concerto, tra le mille cose da fare quasi me ne dimenticavo. Finalmente avrò del tempo per me. Sospiro e con il pensiero sto già immaginando come sarà…

Ci sono volte in cui sentiamo il bisogno di “staccare”, di sentirci parte di una realtà diversa da quella che viviamo nella quotidianità. Momenti in cui abbiamo il desiderio e il bisogno di essere riconosciuti e di riconoscere noi stessi come simili a coloro che ci circondano, condividendo magari una passione. Possiamo decidere così di andare ad una partita di calcio, dove l’entusiasmo per la squadra del cuore è il collante tra tutti i tifosi; ad una mostra di un artista in particolare, dove è l’emozione suscitata dall’arte ad unire. Oppure, potremmo decidere di andare ad un concerto, dove le singole voci formano un grande coro e dove possiamo lasciare che sia la musica a creare un forte legame, dentro e fuori di noi.

Arrivo sul posto del concerto nel pomeriggio e non resto sorpresa notando che ci sono già molte persone. Mi guardo attorno e vengo invasa da un calore familiare, mi riconosco nei sorrisi e negli abbracci di chi si rivede dopo tanto tempo, in chi sta già canticchiando qualche brano di quelli che saranno in scaletta e in chi è già in fila pronto per entrare.

La modalità e le attività che scegliamo per impiegare il nostro tempo possono dirci qualcosa della nostra personalità, del nostro modo di essere. Andare ad un concerto è un’attività che nasconde una duplice anima: in apparenza un evento esclusivamente ludico, sotto la superficie un amplificatore e creatore di emozioni. Emozioni, sono loro che dicono chi siamo, sono la “carta d’identità” che parla di noi e della nostra storia. Di fronte ad uno stesso evento due persone possono provare emozioni diametralmente opposte e questo può dipendere dalle loro esperienze pregresse, dalle esigenze, dalle personalità, dai sogni… ecco allora che ci avviciniamo di più ad un genere musicale piuttosto che un altro, ad un artista o un gruppo particolari perchè sentiamo vicina la sua poetica, i suoi testi e le sue melodie. Se ci fermiamo a sentire, non solo con le orecchie ma con il cuore, se andiamo oltre l’aspetto di puro divertimento e aggregazione, possiamo entrare in contatto con una parte di noi che ci può parlare dei nostri bisogni, paure, desideri di quel momento di vita.

Il pubblico batte le mani a ritmo e il tempo sembra fermarsi ad ascoltare, come se anche lui avesse il desiderio di lasciarsi trasportare in un mondo lontano dalla realtà. Alcune volte sembra che le loro canzoni raccontino di me, di tutti noi che siamo lì a cantare a squarciagola come fossimo una singola voce.

La musica, come un direttore d’orchestra, dirige i nostri movimenti, oscillando sulle note delle emozioni dandoci modo di creare un legame emotivo con chi abbiamo vicino, indipendentemente da chi sia e da che età abbia. Appartenere, identificarci, è un bisogno che abbiamo e vivere esperienze in cui ci sentiamo connessi aiuta il nostro benessere. È come se nell’esatto momento in cui ci accorgiamo di star cantando tutti insieme la nostra tensione si alleviasse. Proviamo una sensazione di benessere, come se le nostre corde diventassero un po’ meno tese. Il canto collettivo è proprio uno di quegli strumenti che ci fanno connettere con gli altri. Quando cantiamo con altre persone la sensazione che ci arriva è del tutto singolare, non ci sentiamo soli. Non soli anche di fronte alle sfide che dobbiamo affrontare, perché, in fondo, sappiamo che ci accomunano. Dopo traumi collettivi, come reazione naturale e istintiva, le persone si uniscono nelle piazze e cantano per sentirsi vicine, per curare le ferite, per guardare con speranza al futuro, rimanendo in contatto con il presente. Persino la scienza si è resa conto dell’essenza e dell’importanza di vivere e sentirsi parte di esperienze simili (cfr. Se sei curioso rispetto a questo tema, potrai trovare i riferimenti in bibliografia). Cantare, come vivere esperienze vere in gruppo, corregge, salva, cura.

Il concerto è finito, le ultime note stanno ancora risuonando nell’aria quando iniziano a smontare il palco. Faccio tesoro di ogni sensazione, di ogni sorriso delle persone attorno a me. Mi risuona ancora il calore delle mille voci, mi sento viva.

 

Per approfondimenti

  • Van der Kolk, B. (2020). Corpo accusa il colpo: Mente, corpo e cervello nell’elaborazione delle memorie traumatiche. Raffaello Cortina Editore.
  • De Leonibus, R., & Paradisi, S. (2020). Trauma collettivo e processi di resilienza nella pandemia da Covid-19. La mente che cura, 6(8).
  • Corvo E, De Caro W. COVID-19 and spontaneous singing to decrease loneliness, improve cohesion, and mental well-being: An italian experience. Psychological Trauma: Theory, Research, Practice, and Policy.

 

“DIREZIONE PSICOLOGIA: Una bussola per il quotidiano”

Vi è mai capitato di avere difficoltà a concentrarvi e a dormire poco e male, senza sapere il perché? Di rinunciare a qualcosa per paura di fallire? Di non sapere come comportarvi davanti ad un evento improvviso? A partire da episodi di vita quotidiana, in brevi articoli rifletteremo insieme, sempre accompagnati da riferimenti scientifici, su come funzioniamo, cosa proviamo e perchè.

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